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SI DORME PER TROPPO INDOTTRINAMENTO?

 

 a cura di Nicola Martella

 

 

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Un lettore, intervenendo all’interno della «Indagine sulle Assemblee 2» e nell’articolo «1. Punto di forza peculiare», ha affermato la tesi che «molte chiese dei Fratelli dormono a causa dell’indottrinamento». Essendo tutto ciò fuori tema in tale punto, ho preferito metterlo qui come argomento extra. Per la discussione, si veda direttamente sotto fra i contributi.

     Per mia esperienza, nelle chiese, in cui sono stato coinvolto come missionario, lo studio sistematico ed esegetico della Parola di Dio e delle sue dottrine crea nei neofiti e nei credenti maturi sempre una grande risonanza intellettuale (conoscenza), morale (azione), devozionale (zelo) ed emotiva (entusiasmo, propositi positivi). In genere usciamo da tali studi comunitari o nelle «cellule bibliche» con quella carica interiore, che la Bibbia chiama «pienezza dello Spirito». Sono dispiaciuto che altrove, come sembra dalle parole del mio interlocutore, fra le assemblee non accada lo stesso.

     Per una nota chiarificatrice sullindottrinamento, si veda sotto il secondo punto. [ 2.]

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Salvatore Paone

2. Nicola Martella

3. Abele Longo

4. Salvatore Paone

5. Omar Stroppiana

6. Edoardo Piacentini

7.

8.

9.

10.

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Salvatore Paone}

 

Contributo: Credo fermamente che ciò, che si è detto finora sia vero e lo condivido pienamente. [► 1. Punto di forza peculiare] Tuttavia, verrei ricordarvi che la chiesa di Cristo non è solo fermarsi allo studio della Parola, per quanto esso sia fondamentale, ma vorrei con umiltà dire che dovremmo imparare a esercitare la Parola, ossia a praticarla. Dico questo perché spesso, e permettetemelo di dirlo, ci sono molti, che diventano solo dei bravi conoscitori, ma nella pratica e nell’amore essi sanno ben poco. La conoscenza, cioè il sapere della Parola di Dio, deve produrre in ogni credente individualmente la perfetta volontà di Dio, ma spesso noto che molte chiese dei Fratelli dormono a causa dell’indottrinamento. Mi sono permesso di scrivere perché è una pagina per solo membri di tale denominazione. Perdonatemi se mi sono espresso in un modo diretto, ma credetemi non è nulla di personale. {14-07-2012}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Tu affermi che «molti… diventano solo dei bravi conoscitori » e «molte chiese dei Fratelli dormono a causa dell’indottrinamento». «Molti» credenti o «molte chiese»: quanti, statisticamente parlando, visto che avrai dei dati sicuri su cui basarti? M’interesserebbe conoscere la fonte di tale studio scientifico, che certifica una cosa del genere! ☺

     Consiglio di evitare aggettivi qualificativi come «molti», «tutti», «tanti», se non siamo in grado di quantificare le cose; altrimenti ripetiamo dei luoghi comuni. Infatti, in questi casi, a chi usa tali quantità indefinite si potrebbe chiedere, non solo di palesare le menzionate fonti statistiche, ma di rispondere alla seguente domanda: «Quante chiese dei Fratelli conosci in realtà di persona o hai visitato, diciamo, negli ultimi due anni?».

     Non credo che ci siano chiese dei Fratelli, che dormono per «l’indottrinamento» [ 2.], tutt’al più lo faranno per mancanza di zelo, di ubbidienza alla dottrina e di sottomissione al Signore. Ciò, è però, un’altra cosa. Che gli insegnamenti della Parola debbano essere praticati, è vero; tuttavia, il primo passo è accertare che cosa Dio ci chieda veramente nel nuovo patto, il secondo passo è metterlo in pratica. La mancanza di conoscenza alberga vari pericoli: si può avere zelo senza conoscenza (Rm 10,2) e si può errare, non conoscendo le Scritture (Mt 22,29). Il motto sia questo: «Praticare studiando, studiare praticando». {14-07-2012}

 

Replica 1 (Salvatore Paone): Caro, Martella Nicola, non c’è alcun bisogno di farti elenchi di chiese, dove dormono, perché lì ci si fissa solo su alcuni argomenti come: predestinazione o doppia predestinazione, oppure mettere il velo o non mettere il velo. Ti assicuro che in alcune chiese il tema centrale del loro culto sono queste ultime cose elencate. Inoltre, Nicola, non facciamo gli «indiani», che certe cose le conosci bene anche tu. Questo non vuol dire che negli altri ambienti non ci siano altre perplessità; in ogni modo la chiesa di Cristo non è perfetta; perché se lo fosse, saremo già in cielo alla presenza di Dio. Piuttosto preghiamo che il Signore ci dia saggezza e discernimento, elementi importanti per non cadere in vani discorsi e per spronare a «alcune» chiese, che hanno questi tipi di problemi.

     Saluti e benedizioni. {18-07-2012}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Sono contento che le «molte chiese dei Fratelli» sono diventate per strada «“alcune” chiese», dato che è più realistico per tipo o tendenza, varietà, distribuzione geografica e altri elementi, che caratterizzano le singole assemblee.

     Devo dire sinceramente che, visitando chiese, negli ultimi anni, raramente sono stato coinvolto o confrontato con temi come il velo e la doppia predestinazione. Spesso vengo confrontato con tutt’altro, ad esempio: scarsa preparazione di alcuni conduttori, massimalismo di alcuni credenti e insegnanti, bassa qualità dei sermoni di alcuni conduttori, problemi interpersonale irrisolti, gestione deficitaria della conduzione in alcune chiese, lassismo morale delle guide e dei credenti in alcune assemblee, scarsa cura pastorale... Inoltre, per mia esperienza, temi controversi non sono soporiferi né rendono sonnolenti, poiché spesso producono adrenalina, varie reazioni e lunghe discussioni; è proprio lì che alcuni si svegliano. Le cose, che fanno addormentare, sono la mancanza di ubbidienza al Signore, l’apatia e il basso libello morale, a cui ci si abitua.

     Se viviamo la stessa realtà ecclesiale in due modi differenti, si vede che frequentiamo due «movimenti dei Fratelli» differenti! Questo sì che getterebbe ulteriori enigmi! ☺

 

Replica 2 (Salvatore Paone): Ne sei proprio sicuro? Credi che fissarsi su argomentazioni come quelle nominate da me, non facciano addormentare spiritualmente? Beh, io direi che, oltre ad addormentare, facciano addirittura spegnere lo Spirito, poiché avvengono scandali e divisioni, e quante chiese locali si sono divise per questioni dottrinali.. Nicola, Nicola... {18-07-2012}

 

Risposta 3 (Nicola Martella): Vedo, che bisogna mettersi d’accordo sui termini, invece di scandire ritmicamente il mio nome con sufficienza. Temi come la doppia predestinazione, il velo e altre questioni dottrinali creano spesso dissezioni e, come è stato menzionato, divisioni. Tuttavia, ciò è un processo attivo, sebbene deleterio, ed è tutto il contrario di addormentarsi. Infatti, per argomentare tutte le fazioni in causa studiano di più la Scrittura, cercano argomenti validi da contrapporre alle tesi altrui e si confrontano. Chi fa questo, certo non dorme. Quindi, la sua tesi, secondo cui studiare o comunicare dottrine faccia addormentare, è semplicemente sbagliata. Probabilmente il mio interlocutore intende esprimere altro, ma lo fa in modo errato; il primo passo è che usi i termini giusti per descrivere ciò, che ha in mente.

     Penso che ora possiamo dare la parola anche agli altri lettori.

 

 

2. {Nicola Martella}

 

«Indottrinamento» è uno di quei termini elastici, il cui spettro di significati contiene, secondo i casi: l’insegnamento, l’insegnamento costante e metodico dei principi fondamentali di una dottrina, l’iniziazione a una ideologia dottrinaria di tipo religioso o politico, la persuasione profonda, l’istruzione di qualcuno su ciò che deve fare o dire. Come si vede, il termine può essere usato in modo sia positivo, sia negativo. Nel campo della fede, tutto dipende dai contenuti, ossia dalla dottrina trasmessa dai conduttori, se si tratta di questioni centrali ed evidenti oppure periferiche, pretestuose e dedotte con artifici; qui dipende dalla sapienza e dal discernimento dei «sorveglianti» (gr. episkopoi).

     Che l’indottrinamento contenga una certa insistenza, fa parte della pedagogia dell’insegnamento. Ciò non è negativo in sé. Paolo ingiungeva a Timoteo: «Predica la Parola, insisti in tempo opportuno e non opportuno, convinci, rimprovera, esorta, con ogni longanimità e insegnamento. Perché verrà un tempo che non sopporteranno il salutare insegnamento, ma a proprio arbitrio si accumuleranno insegnamenti, facendosi prudere l’udito; e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno ai miti» (2 Tm 4,2ss). Tale «salutare insegnamento», su cui insistere continuamente e ripetutamente, è l’Evangelo, quindi l’apice della dottrina cristiana. Tale insegnamento, essendo il cuore del nuovo patto, non può considerarsi soporifero e creatore di passività e apatia. Infatti, l’Evangelo spinge alla consacrazione, allo zelo e all’azione.

 

 

3. {Abele Longo}

 

Contributo: Avendo seguito lo scambio di pensieri fra te, Nicola, e Salvatore, credo che probabilmente Salvatore (mi smentirà, se sbaglio) non si riferisse alla dottrina nell’accezione positiva del termine, ma a quella negativa. Non a caso, credo, abbia usato la parola «indottrinamento», proprio per riferirsi alla cattiva abitudine di alcuni di non occuparsi tanto di sana dottrina, quanto di quelle opinioni personali fatte passare per dottrina e alle quali viene richiesta totale adesione. Mi sono capitati diversi casi come questi e le ricadute sulla chiesa possono risultare nella mancanza di reazione da parte dei credenti, quanto più incisivo è «l’indottrinamento».

     Ecco la definizione di indottrinamento nel Devoto-Oli: «L’assoggettamento a una martellante propaganda ideologica». {18-07-2012}

 

Osservazioni (Salvatore Paone): Abele Longo, hai centrato il bersaglio, hai colto bene il mio pensiero. Ci sono alcuni fratelli, che fissandosi su degli argomenti, che poi diventano dei ragionamenti umani, non si concentrano più su quello, che è il mandato, che ogni «nato di nuovo» è chiamato a vivere, ma cercano solo dei pretesti, per fare proseliti inutili, e «chiacchiere da corridoio». Spesso tali uomini mostrano una strana vocazione, ma dentro sono dei sonnambuli o, addirittura, morti spiritualmente. Attenzione questo non è un giudizio, ma solo la mia impressione su alcuni fratelli di alcune assemblee. {18-07-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Sull’indottrinamento rimando a quanto detto sopra. [ 2.] Con tutta la buona volontà di voler comprendere, tuttavia partire, puntando il dito su molti credenti e su molte chiese, e poi arrivare a dire che, in effetti, «alcuni fratelli di alcune assemblee» mostra poca coerenza. E parlare qui di «ragionamenti umani», di «pretesti», di «proseliti inutili», definiti come «sonnambuli o, addirittura, morti spiritualmente» palesa molto colpevole pressapochismo e un modo inaccettabile di definire tali innominati. Dapprima si spara su un indistinto mucchio, che intanto lo si fa diventare sempre più sparuto, e poi si caratterizzano tali indefiniti manovratori in modi del genere. Personalmente non posso accettare questo modo ideologico di affrontare tali situazioni indefinite, che creerebbero stati soporiferi da indottrinamento.

     Faccio notare che anche l’indottrinamento nei casi citati, creando dissensione, non è fonte di sopore, ma al contrario di contrasto e del risveglio delle viscere. Chi si contrappone e dissente, non dorme, ma è al contrario molto vigile per non darla vinta a quelli, che ritiene siano i suoi avversari in tale cosa.

 

 

4. {Salvatore Paone}

 

Contributo: Nessuno mi toglie dalle mente che quello, che sto dicendo, non è un luogo comune, ma realtà, esperienza vissuta. Sono convinto che ciò riguarda chi si adopera per fare proseliti e discussioni non tanto con ciò, che riguarda la dottrina in sé, ma con cose che circondano la dottrina di Cristo. Esempio ho visto chiese locali sfasciarsi o dividersi per il solo gusto di farlo, «mettiamo il calice o i bicchierini» (non apriamo questo argomento); voi credete che tali fratelli si sono divisi realmente per tale motivo? Io credo che dietro ci fosse ben altro, ma questo perché avviene? Perché spesso si è addormentati spiritualmente e si cercano solo pretesti, perché si è lontani dal timore di Dio. {18-07-2012}

 

Osservazioni (Claudia Biscotti): Mi addolora molto, ma anche io ho assistito a «conversazioni» su argomenti marginali, che penso non riguardino la dottrina, ma che venivano affrontati con «passione»; e spesso ho notato la poca applicazione pratica di ciò, che è dottrinale. Sono perplessa: dividersi dal fratello non indica una grande conoscenza della dottrina; come poterla applicare? Colui che pastura e pasce il gregge, dov’è nel frattempo, mentre il gregge «si sfascia»? La ricchezza della Parola è così contenuta da doversi soffermare su aspetti marginali e farne dei cavalli di battaglia? Ecco che rispunta l’io (timidamente); ma io quanto applico della dottrina, che conosco e che studio? Domandarsi e cercare di rispondere, toglie tempo ed energia a qualsiasi illazione inutile. {18-07-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Trovo inquietante affermare che chiese locali si siano sfasciate o divise «per il solo gusto di farlo», cosa riconducibile al fatto, che «si è addormentati spiritualmente». Se tale sadismo ci fosse, sarei molto preoccupato. Faccio presente che temi come «calice o bicchierini» non sono stati causa di sopore nelle chiese, ma al contrario di forti dissensi e controversie, che hanno eccitato gli animi.

     È probabile che Salvatore Paone non abbia riflettuto abbastanza su tali questioni e non abbia avuto la serenità necessaria per esprimere tutto ciò in modo adeguato e ordinato; il suo intervenire in modo spontaneo è causa di tali imprecisioni di logica e di linguaggio. Ha probabilmente in mente certi malesseri nelle chiese, ma, usando il falso sillogismo, confonde le cause con gli effetti.

     Nella Bibbia l’indottrinamento sbagliato e il sopore spirituale stanno sì in un rapporto di causa e di effetto, però non è il primo a causare il secondo, ma il contrario: chi non veglia viene sedotto! (cfr. Dan 11,16). Paolo avvertì i conduttori della chiesa di Efeso, che sarebbero venuti i lupi da fuori e sarebbero sorti falsi maestri in mezzo alle chiese, e raccomandò loro di vegliare (At 20,29ss). A ciò si deve la raccomandazione di Gesù a vegliare, non sapendo ciò, che arriverà (Mt 24,42; 25,13), in vista di tentazioni, prove e debolezze (Mt 26,41); similmente fecero Paolo (1 Cor 16,13) e Pietro (1 Pt 5,8s). Chi non veglia, ma cala la guardia (questa è la causa), non riconosce falsi cristi e falsi profeti (Mt 7,15ss; 24,11.23s), viene sedotto da giudaisti (Gal 3,1ss) o da esoteristi cristianizzati (2 Cor 11,3ss13ss; questo è l’effetto). Quando non si è vigili (causa), i falsi maestri introducono di nascosto «eresie di perdizione» (effetto; 2 Pt 2,1). Detto positivamente, chi rimane vigile (causa), saggerà gli spiriti, riconoscendo a tempo i falsi proclamatori (effetto; 1 Gv 4,1).

 

 

5. {Omar Stroppiana }

 

Nella Bibbia, è scritto in 2 Tim 3,16: «Ogni scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona». Quindi lo scopo della lettura e dello studio della Parola di Dio è proprio il risveglio del credente più che l’addormentamento. D’altra parte nella storia della chiesa, ma anche già nella storia d’Israele nell’antico patto, i risvegli sono coincisi con la riscoperta della Scrittura. Questo è fuori di dubbio.

     Tuttavia, è vero che qualcuno potrebbe essere uditore ma non facitore della Parola, un ascoltatore smemorato (vedi Gcm 1,22-25), il che quindi lo porrebbe nella triste condizione segnalata da Salvatore Paone.

     Normalmente però una chiesa dovrebbe avere dei conduttori e tali conduttori ci si aspetta che siano fedeli al Signore e quindi insegnino possibilmente tutto il consiglio di Dio e cerchino anche di applicarlo in maniera pratica, essendo esempi loro stessi (come Paolo che non solo insegnava, ma diceva anche: «Siate miei imitatori come io lo sono di Cristo»). Nella mia esperienza, quando si cerca di fare questo, la Parola fa il suo effetto sui credenti sinceri e i frutti si cominciano a vedere. D’altra parte la medesima Parola lascerà indifferenti una parte degli ascoltatori, che evidentemente hanno problemi spirituali, o che magari ancora non sono convertiti, e vanno aiutati singolarmente cercando di capire cosa impedisce al seme di portare frutto.

     Se invece l’intera chiesa rimane addormentata, compresi i conduttori, il problema non è legato alla troppa dottrina ma proprio al fatto che i conduttori non sono quelli giusti per quel compito, ma forse sono proprio loro, che hanno bisogno di aiuto (magari sono essi stessi coinvolti in dispute con membri della chiesa o con altri anziani, o hanno dei problemi personali, o non hanno semplicemente i requisiti per svolgere quel delicato compito). In questi casi si potrebbe vedere una situazione come quella descritta da Salvatore e, per tentare una «rianimazione» , potrebbe essere utile chiedere aiuto a una assemblea vicina, dove magari ci sono conduttori, che possono aiutare a ritrovare la strada maestra, ma anche in quel caso sarà proprio un ritorno alla Scrittura e a un sano insegnamento a riportare entusiasmo, voglia di stare insieme, di evangelizzare, di pregare, eccetera.

     La Scrittura è sempre il carburante per la vita cristiana, ma se il carburante finisce in un serbatoio sporco, il motore faticherà ad andare avanti. Bisogna pulire il serbatoio e gli iniettori e poi vedremo che, con il medesimo carburante, le prestazioni saranno notevolmente migliori.

     Questo è quanto ho avuto modo di vedere nella mia vita, nelle assemblee, di cui ho fatto e faccio parte. {18-07-2012}

 

 

6. {Edoardo Piacentini}

 

La conoscenza della Parola di Dio non ha mai fatto male a nessuno, anzi «la fede dunque viene dall’udire, e l’udire viene dalla parola di Dio» (Romani 10,17), per cui più leggiamo la Scrittura, più cresce la nostra fede, necessaria per la nostra salvezza e per la crescita spirituale di ogni credente, perché «senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano» (Ebrei 11,6).

     Piuttosto, è bene che, insieme allo studio della Parola di Dio, si aggiunga la preghiera, che è il respiro dell’anima, vale a dire tutte quelle forme di comunione con Dio, quali la lode, il ringraziamento, l’adorazione, la supplicazione e l’intercessione, che esaltano Colui, che ci ha salvato, il Signore che ci ama e che noi amiamo con tutto il nostro cuore. In Atti 6,4 leggiamo: «Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della Parola»; per cui notiamo che finanche gli apostoli consideravano la preghiera come un’attività a cui dedicarsi, insieme al ministero della Parola. Essi davano alla preghiera la stessa importanza, che attribuivano al ministero della Parola, perché in realtà la conoscenza della Scrittura senza la preghiera conduce al formalismo, mentre la preghiera senza lo studio della Bibbia conduce al fanatismo. Un cantico antico, che insegnavamo ai bambini, tanti anni fa, recita così: «Leggi la Bibbia e prega ogni dì... e tu crescerai». Dio ci benedica. {18-07-2012}

 

 

7. {}

 

 

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11. {Vari e medi}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

 

► URL di origine: http://CFLazio.altervista.org/Dottr/T1-Troppa_dottrina.htm

18-07-2012; Aggiornamento: 24-11-2014

 

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