Un
lettore, intervenendo all’interno della «Indagine sulle Assemblee 2» e
nell’articolo «1.
Punto di forza peculiare», ha affermato la tesi che «molte
chiese dei Fratelli dormono a causa dell’indottrinamento».
Essendo tutto ciò fuori tema in tale punto, ho preferito metterlo qui come
argomento extra. Per la discussione, si veda direttamente sotto fra i
contributi.
Per mia esperienza,
nelle chiese, in cui sono stato coinvolto come missionario, lo studio
sistematico ed esegetico della Parola di Dio e delle sue dottrine crea nei
neofiti e nei credenti maturi sempre una grande risonanza intellettuale
(conoscenza), morale (azione), devozionale (zelo) ed emotiva (entusiasmo,
propositi positivi). In genere usciamo da tali studi comunitari o nelle «cellule
bibliche» con quella carica interiore, che la Bibbia chiama «pienezza
dello Spirito». Sono dispiaciuto che altrove, come sembra dalle parole del mio
interlocutore, fra le assemblee non accada lo stesso.
Per una nota chiarificatrice sull’indottrinamento,
si veda sotto il secondo punto. [►
2.]
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul tema ▲
(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)
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1. {Salvatore Paone} ▲
■
Contributo: Credo fermamente che ciò,
che si è detto finora sia vero e lo condivido pienamente. [►
1. Punto di forza peculiare] Tuttavia, verrei ricordarvi che la
chiesa di Cristo non è solo fermarsi allo studio della Parola, per quanto
esso sia fondamentale, ma vorrei con umiltà dire che dovremmo imparare a
esercitare la Parola, ossia a praticarla. Dico questo perché spesso, e
permettetemelo di dirlo, ci sono molti,
che diventano solo dei bravi conoscitori, ma nella pratica e nell’amore
essi sanno ben poco. La conoscenza, cioè il sapere della Parola di Dio, deve
produrre in ogni credente individualmente la perfetta volontà di Dio, ma spesso
noto che molte chiese dei
Fratelli dormono a causa dell’indottrinamento. Mi sono permesso di
scrivere perché è una pagina per solo membri di tale denominazione. Perdonatemi
se mi sono espresso in un modo diretto, ma credetemi non è nulla di personale.
{14-07-2012}
▬ Risposta 1 (Nicola Martella): Tu
affermi che «molti…
diventano solo dei bravi conoscitori » e «molte
chiese dei Fratelli dormono a causa dell’indottrinamento». «Molti»
credenti o «molte chiese»: quanti, statisticamente parlando, visto che avrai dei
dati sicuri su cui basarti? M’interesserebbe conoscere la fonte di tale studio
scientifico, che certifica una cosa del genere! ☺
Consiglio di evitare
aggettivi qualificativi come «molti», «tutti», «tanti», se non siamo in grado di
quantificare le cose; altrimenti ripetiamo dei luoghi comuni. Infatti, in
questi casi, a chi usa tali quantità indefinite si potrebbe chiedere, non solo
di palesare le menzionate fonti statistiche, ma di rispondere alla seguente
domanda: «Quante chiese dei Fratelli conosci in realtà di persona o hai
visitato, diciamo, negli ultimi due anni?».
Non credo che ci siano
chiese dei Fratelli, che dormono per «l’indottrinamento» [►
2.], tutt’al più lo faranno
per mancanza di zelo, di ubbidienza alla dottrina e di sottomissione al
Signore. Ciò, è però, un’altra cosa. Che gli insegnamenti della Parola debbano
essere praticati, è vero; tuttavia, il primo passo è accertare che cosa
Dio ci chieda veramente nel nuovo patto, il secondo passo è metterlo in pratica.
La mancanza di conoscenza alberga vari pericoli: si può avere zelo senza
conoscenza (Rm 10,2) e si può errare, non conoscendo le Scritture (Mt 22,29). Il
motto sia questo: «Praticare studiando, studiare praticando».
{14-07-2012}
▬
Replica 1 (Salvatore Paone): Caro, Martella Nicola, non c’è alcun bisogno di farti elenchi di chiese,
dove dormono, perché lì ci si fissa solo su alcuni argomenti come:
predestinazione o doppia predestinazione, oppure mettere il velo o non mettere
il velo. Ti assicuro che in alcune chiese il tema centrale del loro culto
sono queste ultime cose elencate. Inoltre, Nicola, non facciamo gli «indiani»,
che certe cose le conosci bene anche tu. Questo non vuol dire che negli altri
ambienti non ci siano altre perplessità; in ogni modo la chiesa di Cristo
non è perfetta; perché se lo fosse, saremo già in cielo alla presenza di
Dio. Piuttosto preghiamo che il Signore ci dia saggezza e discernimento,
elementi importanti per non cadere in vani discorsi e per spronare a «alcune»
chiese, che hanno questi tipi di problemi.
Saluti e benedizioni.
{18-07-2012}
▬ Risposta
2 (Nicola Martella): Sono contento
che le «molte
chiese dei Fratelli» sono diventate per strada «“alcune” chiese», dato
che è più realistico per tipo o tendenza, varietà, distribuzione geografica e
altri elementi, che caratterizzano le singole assemblee.
Devo dire sinceramente che, visitando chiese, negli
ultimi anni, raramente sono stato coinvolto o confrontato con temi come il
velo e la doppia predestinazione. Spesso vengo confrontato con
tutt’altro, ad esempio: scarsa preparazione di alcuni conduttori,
massimalismo di alcuni credenti e insegnanti, bassa qualità dei sermoni di
alcuni conduttori, problemi interpersonale irrisolti, gestione deficitaria della
conduzione in alcune chiese, lassismo morale delle guide e dei credenti in
alcune assemblee, scarsa cura pastorale... Inoltre, per mia esperienza, temi
controversi non sono soporiferi né rendono sonnolenti, poiché spesso
producono adrenalina, varie reazioni e lunghe discussioni; è proprio lì che
alcuni si svegliano. Le cose, che fanno addormentare, sono la mancanza di
ubbidienza al Signore, l’apatia e il basso libello morale, a cui ci si abitua.
Se viviamo la stessa realtà ecclesiale in due modi
differenti, si vede che frequentiamo due «movimenti dei Fratelli» differenti!
Questo sì che getterebbe ulteriori enigmi! ☺
▬
Replica 2 (Salvatore Paone): Ne sei proprio sicuro? Credi
che fissarsi su argomentazioni come quelle nominate da me, non facciano
addormentare spiritualmente? Beh, io direi che, oltre ad addormentare, facciano
addirittura spegnere lo Spirito, poiché avvengono scandali e divisioni, e quante
chiese locali si sono divise per questioni dottrinali.. Nicola, Nicola...
{18-07-2012}
▬ Risposta 3 (Nicola Martella): Vedo, che bisogna mettersi
d’accordo sui termini, invece di scandire ritmicamente il mio nome con sufficienza. Temi come la doppia predestinazione, il velo e altre
questioni dottrinali creano spesso dissezioni e, come è stato
menzionato, divisioni. Tuttavia, ciò è un processo attivo, sebbene
deleterio, ed è tutto il contrario di addormentarsi. Infatti, per
argomentare tutte le fazioni in causa studiano di più la Scrittura, cercano
argomenti validi da contrapporre alle tesi altrui e si confrontano. Chi fa
questo, certo non dorme. Quindi, la sua tesi, secondo cui studiare o
comunicare dottrine faccia addormentare, è semplicemente sbagliata.
Probabilmente il mio interlocutore intende esprimere altro, ma lo fa in modo
errato; il primo passo è che usi i termini giusti per descrivere ciò, che
ha in mente.
Penso che ora possiamo dare la parola anche agli altri lettori.
2. {Nicola Martella} ▲
«Indottrinamento» è
uno di quei termini elastici, il cui spettro di significati contiene, secondo i
casi: l’insegnamento, l’insegnamento costante e metodico
dei principi fondamentali di una dottrina,
l’iniziazione a una ideologia dottrinaria di tipo religioso o politico, la
persuasione profonda, l’istruzione di qualcuno su ciò che deve fare o
dire. Come si vede, il termine può essere usato in modo sia positivo, sia
negativo. Nel campo della fede, tutto dipende dai contenuti, ossia dalla
dottrina trasmessa dai conduttori, se si tratta di questioni centrali ed
evidenti oppure periferiche, pretestuose e dedotte con artifici; qui dipende
dalla sapienza e dal discernimento dei «sorveglianti» (gr. episkopoi).
Che l’indottrinamento contenga una certa insistenza, fa parte della
pedagogia dell’insegnamento. Ciò non è negativo in sé.
Paolo ingiungeva a Timoteo: «Predica la
Parola, insisti in tempo opportuno e non opportuno, convinci, rimprovera,
esorta, con ogni longanimità e insegnamento. Perché verrà un tempo che non
sopporteranno il salutare insegnamento, ma a proprio arbitrio si
accumuleranno insegnamenti, facendosi prudere l’udito; e distoglieranno le
orecchie dalla verità e si volgeranno ai miti» (2
Tm 4,2ss). Tale «salutare insegnamento», su cui insistere continuamente e
ripetutamente, è l’Evangelo, quindi l’apice della dottrina cristiana.
Tale insegnamento, essendo il cuore del nuovo patto, non può considerarsi
soporifero e creatore di passività e apatia. Infatti, l’Evangelo spinge alla
consacrazione, allo zelo e all’azione.
3. {Abele Longo} ▲
■
Contributo:
Avendo seguito lo scambio di pensieri fra te, Nicola, e Salvatore, credo che
probabilmente Salvatore (mi smentirà, se sbaglio) non si riferisse alla
dottrina nell’accezione positiva del termine, ma a quella negativa.
Non a caso, credo, abbia usato la parola «indottrinamento», proprio per
riferirsi alla cattiva abitudine di alcuni di non occuparsi tanto di sana
dottrina, quanto di quelle opinioni personali fatte passare per dottrina
e alle quali viene richiesta totale adesione. Mi sono capitati diversi casi come
questi e le ricadute sulla chiesa possono risultare nella mancanza di
reazione da parte dei credenti, quanto più incisivo è «l’indottrinamento».
Ecco la definizione di
indottrinamento nel Devoto-Oli: «L’assoggettamento a
una martellante propaganda ideologica». {18-07-2012}
▬
Osservazioni
(Salvatore Paone): Abele Longo, hai centrato il
bersaglio, hai colto bene il mio pensiero. Ci sono alcuni fratelli, che
fissandosi su degli argomenti, che poi diventano dei ragionamenti umani,
non si concentrano più su quello, che è il mandato, che ogni «nato di nuovo» è
chiamato a vivere, ma cercano solo dei pretesti, per fare proseliti
inutili, e «chiacchiere da corridoio». Spesso tali uomini mostrano una strana
vocazione, ma dentro sono dei sonnambuli o, addirittura, morti
spiritualmente. Attenzione questo non è un giudizio, ma solo la mia impressione
su alcuni fratelli di alcune assemblee. {18-07-2012}
▬
Risposta (Nicola Martella): Sull’indottrinamento rimando
a quanto detto sopra. [►
2.] Con
tutta la buona volontà di voler comprendere, tuttavia partire, puntando il dito
su molti credenti e su molte chiese, e poi arrivare a dire che, in
effetti, «alcuni fratelli di alcune assemblee» mostra poca coerenza. E
parlare qui di «ragionamenti umani», di «pretesti», di «proseliti inutili»,
definiti come «sonnambuli o, addirittura, morti spiritualmente» palesa molto
colpevole pressapochismo e un modo inaccettabile di definire tali
innominati. Dapprima si spara su un indistinto mucchio, che intanto lo si fa
diventare sempre più sparuto, e poi si caratterizzano tali indefiniti
manovratori in modi del genere. Personalmente non posso accettare questo
modo ideologico di affrontare tali situazioni indefinite, che creerebbero stati
soporiferi da indottrinamento.
Faccio
notare che anche l’indottrinamento nei casi citati, creando dissensione,
non è fonte di sopore, ma al contrario di contrasto e del risveglio delle
viscere. Chi si contrappone e dissente, non dorme, ma è al contrario molto
vigile per non darla vinta a quelli, che ritiene siano i suoi avversari in
tale cosa.
4. {Salvatore Paone} ▲
■
Contributo: Nessuno mi toglie dalle
mente che quello, che sto dicendo, non è un luogo comune, ma realtà,
esperienza vissuta. Sono convinto che ciò riguarda chi si adopera per fare
proseliti e discussioni non tanto con ciò, che riguarda la dottrina in
sé, ma con cose che circondano la dottrina di Cristo. Esempio ho visto chiese
locali sfasciarsi o dividersi per il solo gusto di farlo, «mettiamo il
calice o i bicchierini» (non apriamo questo argomento); voi credete che tali
fratelli si sono divisi realmente per tale motivo? Io credo che dietro ci fosse
ben altro, ma questo perché avviene? Perché spesso si è addormentati
spiritualmente e si cercano solo pretesti, perché si è lontani dal timore
di Dio. {18-07-2012}
▬
Osservazioni
(Claudia Biscotti): Mi addolora molto, ma anche
io ho assistito a «conversazioni» su argomenti marginali, che penso non
riguardino la dottrina, ma che venivano affrontati con «passione»; e spesso ho
notato la poca applicazione pratica di ciò, che è dottrinale. Sono
perplessa: dividersi dal fratello non indica una grande conoscenza della
dottrina; come poterla applicare? Colui che pastura e pasce il gregge,
dov’è nel frattempo, mentre il gregge «si sfascia»? La ricchezza della Parola è
così contenuta da doversi soffermare su aspetti marginali e farne dei cavalli di
battaglia? Ecco che rispunta l’io (timidamente); ma io quanto applico della
dottrina, che conosco e che studio? Domandarsi e cercare di rispondere, toglie
tempo ed energia a qualsiasi illazione inutile. {18-07-2012}
▬ Risposta
(Nicola Martella): Trovo inquietante affermare che chiese locali si siano
sfasciate o divise «per il solo gusto di farlo», cosa riconducibile al
fatto, che «si è addormentati spiritualmente». Se tale sadismo ci fosse,
sarei molto preoccupato. Faccio presente che temi come «calice o bicchierini»
non sono stati causa di sopore nelle chiese, ma al contrario di forti
dissensi e controversie, che hanno eccitato gli animi.
È probabile che Salvatore Paone non abbia riflettuto
abbastanza su tali questioni e non abbia avuto la serenità necessaria per
esprimere tutto ciò in modo adeguato e ordinato; il suo intervenire in modo
spontaneo è causa di tali imprecisioni di logica e di linguaggio. Ha
probabilmente in mente certi malesseri nelle chiese, ma, usando il falso
sillogismo, confonde le cause con gli effetti.
Nella Bibbia l’indottrinamento sbagliato e il sopore
spirituale stanno sì in un rapporto di causa e di effetto, però non è il primo a
causare il secondo, ma il contrario: chi non veglia viene sedotto! (cfr. Dan
11,16). Paolo avvertì i conduttori della chiesa di Efeso, che sarebbero venuti i
lupi da fuori e sarebbero sorti falsi maestri in mezzo alle chiese, e raccomandò
loro di vegliare (At 20,29ss). A ciò si deve la raccomandazione di Gesù a
vegliare, non sapendo ciò, che arriverà (Mt 24,42; 25,13), in vista di
tentazioni, prove e debolezze (Mt 26,41); similmente fecero Paolo (1 Cor 16,13)
e Pietro (1 Pt 5,8s). Chi non veglia, ma cala la guardia (questa è la causa),
non riconosce falsi cristi e falsi profeti (Mt 7,15ss; 24,11.23s), viene sedotto
da giudaisti (Gal 3,1ss) o da esoteristi cristianizzati (2 Cor 11,3ss13ss;
questo è l’effetto). Quando non si è vigili (causa), i falsi maestri
introducono di nascosto «eresie di perdizione»
(effetto; 2 Pt 2,1). Detto positivamente, chi rimane vigile (causa), saggerà gli
spiriti, riconoscendo a tempo i falsi proclamatori (effetto; 1 Gv 4,1).
5. {Omar Stroppiana } ▲
Nella Bibbia, è scritto in 2 Tim 3,16: «Ogni scrittura è ispirata da Dio e
utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché
l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona». Quindi lo
scopo della lettura e dello studio della Parola di Dio è proprio il risveglio
del credente più che l’addormentamento. D’altra parte nella storia della chiesa,
ma anche già nella storia d’Israele nell’antico patto, i risvegli sono coincisi
con la riscoperta della Scrittura. Questo è fuori di dubbio.
Tuttavia, è vero che qualcuno potrebbe essere uditore ma non facitore della
Parola, un ascoltatore smemorato (vedi Gcm 1,22-25), il che quindi lo
porrebbe nella triste condizione segnalata da Salvatore Paone.
Normalmente però una chiesa dovrebbe avere dei conduttori e tali
conduttori ci si aspetta che siano fedeli al Signore e quindi insegnino
possibilmente tutto il consiglio di Dio e cerchino anche di applicarlo in
maniera pratica, essendo esempi loro stessi (come Paolo che non solo insegnava,
ma diceva anche: «Siate miei imitatori come io lo sono di Cristo»). Nella
mia esperienza, quando si cerca di fare questo, la Parola fa il suo effetto sui
credenti sinceri e i frutti si cominciano a vedere. D’altra parte la
medesima Parola lascerà indifferenti una parte degli ascoltatori, che
evidentemente hanno problemi spirituali, o che magari ancora non sono
convertiti, e vanno aiutati singolarmente cercando di capire cosa impedisce al
seme di portare frutto.
Se invece l’intera chiesa rimane addormentata, compresi i
conduttori, il problema non è legato alla troppa dottrina ma proprio al fatto
che i conduttori non sono quelli giusti per quel compito, ma forse sono
proprio loro, che hanno bisogno di aiuto (magari sono essi stessi coinvolti in
dispute con membri della chiesa o con altri anziani, o hanno dei problemi
personali, o non hanno semplicemente i requisiti per svolgere quel delicato
compito). In questi casi si potrebbe vedere una situazione come quella descritta
da Salvatore e, per tentare una «rianimazione» , potrebbe essere utile chiedere
aiuto a una assemblea vicina, dove magari ci sono conduttori, che possono
aiutare a ritrovare la strada maestra, ma anche in quel caso sarà proprio un
ritorno alla Scrittura e a un sano insegnamento a riportare entusiasmo,
voglia di stare insieme, di evangelizzare, di pregare, eccetera.
La Scrittura è sempre il carburante per la vita cristiana, ma se il
carburante finisce in un serbatoio sporco, il motore faticherà ad andare avanti.
Bisogna pulire il serbatoio e gli iniettori e poi vedremo che, con il medesimo
carburante, le prestazioni saranno notevolmente migliori.
Questo è quanto ho avuto modo di vedere nella mia vita, nelle assemblee, di
cui ho fatto e faccio parte. {18-07-2012}
6. {Edoardo Piacentini} ▲
La
conoscenza della Parola di Dio non ha mai fatto male a nessuno, anzi «la
fede dunque viene dall’udire, e l’udire viene dalla parola di Dio» (Romani
10,17), per cui più leggiamo la Scrittura, più cresce la nostra fede, necessaria
per la nostra salvezza e per la crescita spirituale di ogni credente, perché «senza
fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli
è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano» (Ebrei 11,6).
Piuttosto, è bene che, insieme allo studio della Parola di Dio, si aggiunga
la preghiera, che è il respiro dell’anima, vale a dire tutte quelle forme
di comunione con Dio, quali la lode, il ringraziamento, l’adorazione, la
supplicazione e l’intercessione, che esaltano Colui, che ci ha salvato, il
Signore che ci ama e che noi amiamo con tutto il nostro cuore. In Atti 6,4
leggiamo: «Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al
ministero della Parola»; per cui notiamo che finanche gli apostoli
consideravano la preghiera come un’attività a cui dedicarsi, insieme al
ministero della Parola. Essi davano alla preghiera la stessa importanza, che
attribuivano al ministero della Parola, perché in realtà la conoscenza della
Scrittura senza la preghiera conduce al formalismo, mentre la preghiera
senza lo studio della Bibbia conduce al fanatismo. Un cantico antico, che
insegnavamo ai bambini, tanti anni fa, recita così: «Leggi la Bibbia e prega
ogni dì... e tu crescerai». Dio ci benedica. {18-07-2012}
7. {} ▲
8. {} ▲
9. {} ▲
10. {} ▲
11. {Vari
e medi} ▲
12. {Vari
e brevi} ▲
► URL
di origine:
http://CFLazio.altervista.org/Dottr/T1-Troppa_dottrina.htm
18-07-2012; Aggiornamento: 24-11-2014 |