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INDAGINE SULLE ASSEMBLEE 2

 

 a cura di Nicola Martella

 

 

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1. Punto di forza peculiare

 

Secondo la tua analisi e la tua esperienza, qual è il punto di forza maggiore

delle Assemblee dei Fratelli?

 

1. I contributi dei lettori

2. La valutazione dei dati

3. Eventuali altri aspetti

 

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1. I contributi dei lettori

 

Pietro Calenzo: È il movimento cristiano, che meglio di altri, applica la conduzione collegiale, dove tutti i fratelli realmente vivono il sacerdozio universale di tutti i credenti, in relazione al dono ricevuto. Aggiungo, ancora, che è il movimento cristiano, dove si avverte maggiormente l’amore di Dio e dei fratelli. Shalom. {29-06-2012}

 

Michela De Rose: Penso alla trasparenza di come è stato vissuto l’Evangelo in prima persona da parte di quelli, che mi hanno parlato per la prima volta, non con la Parola ma con l’esempio di vita. Confrontando poi i vari movimenti esistenti nel mio paese, ho constatato che il movimento appunto dei Fratelli, era quello più conforme alla sua Parola. Benedizioni. {29-06-2012}

 

Matteo Ricciotti: Essi sono l’ecclesiologia e l’evangelizzazione (locale e missionaria). {29-06-2012}

 

Fortuna Fico: La dottrina delle dispensazioni. {29-06-2012}

 

Ruben De Finis:Secondo me è il grande studio della Parola, che ogni chiesa e singolo fanno ogni giorno. Le assemblee secondo me sono le più preparate a livello biblico e dottrinale {29-06-2012}

 

Maurizio Marino: L’ecclesiologia e l’impegno missionario. {29-06-2012}

 

Massimo Galante: Il ricordo del sacrificio del Signore ogni primo giorno della settimana e l’ecclesiologia. {29-06-2012}

 

Adolfo Monnanni: La libertà decisionale di ogni assemblea è sicuramente un grande privilegio; essa è anche una logica responsabilità da considerare sempre. {29-06-2012}

 

Antonio Nappo: Non può esserci «un punto di forza maggiore», s’intende se si segue la Bibbia o Parola di Dio. Diventa, quindi, una questione di estrema importanza, ubbidire a essa e mettere in atto tutto il consiglio di Dio. {29-06-2012}

 

Sandro Carini: È la consapevolezza di essere deboli, uomini consapevoli del bisogno continuo della correzione di Dio per mezzo della sua Parola e del bisogno continuo della comunione fraterna. {29-06-2012}

 

Michele Attruia: Il punto di forza dei Fratelli è la libertà, non siamo schiavizzati da nessun uomo, potere umano o organizzazione ma siamo liberi in Cristo. Ovviamente questo comporta tutti i pericoli latenti, emergenti, evidenti, quelli ben noti e quelli da sradicare assolutamente e decisamente (è una parola!) nei Fratelli.

 

Abele Longo: Credo che ciò, che ci distingue generalmente da altri movimenti, sia il rispetto assoluto insegnato e praticato per la Parola del Signore. Non ammettiamo che niente e nessuno salga sul «podio» a condividere il primato dell’eterna e infallibile Scrittura Sacra. Di conseguenza, professiamo nel complesso la dottrina più vicina a essa. {30-06-2012}

 

Antonio Capasso: Non frequento una chiesa dei Fratelli, ma ciò che apprezzo molto di questo movimento è l’importanza che viene dato allo studio della Parola di Dio e la sua ecclesiologia congregazionalista. {30-06-2012} [N.d.R.: Questo lettore è un credente pentecostale.]

 

Nicola De Serio: Quello che più mi attira di questo movimento è la centralità del memoriale. Infatti, tutto ciò, che è attinente al culto — la predicazione del messaggio, l’adorazione, i ringraziamenti e i canti — tutto fa capo a esso. E questo è meraviglioso, in quanto Cristo è posto al centro del radunamento nelle lodi dei suoi «fratelli». Amo la libertà di radunarsi di questi fratelli, maggiormente quando viene alzata l’asta del discernimento dei singoli nella consapevolezza della santità di Colui, che è vivente e giudica i santi. {30-06-2012}

 

Vincenzo Russillo: Uno dei punti di forza, come mi è stato spiegato la prima volta, che mi sono recato alla comunità di Tivoli, facendo riferimento al «principio dei vasi comunicanti», è quello della partecipazione. In molte realtà gli studi sono «aperti» a tutti e si ha modo di discutere e di crescere assieme; questo è un ottimo «vaccino» contro il male della «pulpitite».

     Un altro aspetto positivo, che ho potuto denotare in alcune realtà, è lo studio in casa; esso ha il doppio pregio di poter passare dei momenti di vera comunione, oltre a essere il solito punto di ritrovo, e altresì vi è la possibilità di creare delle cellule, che possono essere un mezzo per espandere gli orizzonti del gruppo. {30-06-2012}

 

Stefano Polchi: Essi sono la conduzione collegiale e l’autonomia di ogni assemblea locale. {01-07-2012}

 

Stefano Frascaro: Credo che la conduzione collegiale sia uno dei punti di forza del movimento dei Fratelli. Il pari consentimento in questo modo deve esserci per forza. Inoltre, gli studi biblici nelle case permettono un maggiore approfondimento dello studio della Parola e una maggiore comunione. {24-11-2014}

 

Sebastiano Giambrone: La conduzione non verticistica è un punto di forza. {24-11-2014}

 

Alessio Rando: Il punto di forza delle Assemblee dei Fratelli è l’ecclesiologia! L’ecclesiologia delle Assemblee è molto più biblica e conforme al primo cristianesimo! Anche il non avere una «sede centrale» è un punto di forza, perché così le false dottrine non si ripercuotono su tutte le chiese associate! {14-07-2012}

 

Anila Sinaj: Il punto di forza è l’insegnamento. Sono stati i Fratelli, che mi hanno trasmesso l’amore per la Parola di Dio. {14-07-2012}

 

 

2. La valutazione dei dati

 

Dopo aver avviato il quesito, ho cercato di non intervenire sulle singole asserzioni dei partecipanti, al fine di lasciare libertà e non condizionare le risposte. Ora, faccio una mia valutazione dei dati pervenuti. A ciò aggiungo anche alcune mie valutazioni generali. Ciò non toglie, che anche altri posano aggiungere le loro proprie valutazioni riassuntive. {Nicola Martella}

 

     ■ L’identità: Specialmente i punti di forza peculiari sono quelli, che costituiscono l’identità di un gruppo, di una chiesa o un movimento. I Fratelli, essendo un movimento, hanno appunto spesso difficoltà a mettere a fuoco i loro punti di forza e, quindi, a essere certi della loro identità. Ciò mostra un certo panorama variegato negli accenti posti. Questa indagine non fa eccezione. Non a caso, uno dei partecipanti ha scritto che «non può esserci “un punto di forza maggiore”».

 

     ■ L’autorità: Per i Fratelli questo è un punto importante. In genere essi non vogliono essere più conformi al «movimento dei Fratelli», ma più conformi alla Scrittura, a cui viene dato il primato. È essa che mostra il consiglio di Dio ed è a essa che bisogna ubbidire. Per questo viene insegnato e praticato l’assoluto rispetto per la Parola di Dio, considerata eterna e infallibile.

     Anche qui si ammette che i Fratelli professano nel complesso la dottrina più vicina alla sacra Scrittura. Infatti, come ogni cosa, anche l’anti-tradizionalismo ha creato nel tempo un consenso, poi codificato e tramandato; quest’ultimo, volenti o nolenti, fa da «filtro» nella lettura della Parola laddove c’è un approccio dottrinale a essa e non esegetico contestuale. Tuttavia, in genere, i Fratelli sono i più fieri critici di se stessi. In ogni modo, è bene non sottovalutare ogni consenso biblicizzato, neppure fra i Fratelli!

 

     ■ Bibliocentrismo: Il gran ruolo della sacra Scrittura nel Movimento dei Fratelli, dove è l’autorità di riferimento, fa sì che essa venga studiata in molti modi e maniere. L’efflusso di ciò è una grande preparazione biblica e dottrinale. Sebbene l’approccio di molti Fratelli alla Scrittura sia di tipo dogmatico (sono mossi per l’interesse per le dottrine), non mancano in esso importanti esegeti contestuali, che hanno dato nel panorama cristiano importanti contributi mediante studi esegetici e commentari; essi sono generalmente apprezzati. Sono stati evidenziati l’amore per la Parola e il suo insegnamento.

 

     ■ La partecipazione: Questo elemento caratterizzava le assemblee specialmente al loro inizio, quando i fratelli si incontravano in semplicità intorno alla Parola, sia nelle sale di culto, sia nelle case e in ogni dove. Una solennità male intesa e un certo ritualismo, legato specialmente alla Cena del Signore, e l’adesione alla classica disposizione dei credenti nelle sale, tipica delle altre chiese, il seguire un ferreo protocollo o programma degli incontri e altri elementi hanno per certi versi limitata la partecipazione e la cosiddetta «libertà dello spirito».

     Come è stato evidenziato, c’è un certo ritorno alla partecipazione diretta in diverse realtà dei Fratelli mediante studi biblici aperti, incontri nelle case, cellule bibliche e quant’altro. Tuttavia, ciò non è generalizzato, visto che il modello «pochi dinanzi a tutti» e la cosiddetta «pulpitite» si sono fatti strada da lungo tempo anche fra i Fratelli; quindi, non si può dire che la partecipazione diretta sia tipico di tutto il movimento dei Fratelli, né solo di loro.

 

     ■ Ecclesiologia: Vengono evidenziati i punti classici: il congregazionalismo, l’autonomia e la libertà decisionale di ogni chiesa locale, la conduzione collegiale, il sacerdozio universale, la comunione fraterna, la coerenza di vita conforme alla Parola e la libertà di coscienza. È tipico dei Fratelli che, per soffocare sul nascere ogni tentativo di trionfalismo, evidenziano subito la responsabilità e i pericoli in molti degli aspetti menzionati. Inoltre, è stata evidenziata che la conduzione non verticistica, come pure che la mancanza di un centrale organo decisionale fa sì che eventuali false dottrine non possano essere introdotte dall’alto.

 

     ■ Missionologia: Vengono evidenziate sia la missione interna (evangelizzazione), sia quella esterna, quindi l’impegno missionario.

 

     ■ Il culto al Signore: Viene evidenziata la centralità della lode e dell’adorazione nella consapevolezza della santità di Dio.

     Oltre a ciò, i Fratelli hanno, in genere, connesso strettamente insieme il binomio «memoriale» e «domenica». Questo è dovuto, da una parte, dal loro cristocentrismo; dall’altra parte, ciò è derivato da un approccio dogmatico alla Scrittura, che ha creato un consenso in merito.

     C’è da far notare, comunque, che anche al riguardo c’è una certa varietà. Anche fra i Fratelli ci sono quelle chiese, che celebrano la cena del Signore ogni due domeniche, altre una volta al mese. Le motivazioni, da cui partono, sono di tipo esegetico, ossia non esiste nel NT un comandamento specifico ed evidente, che unisca «memoriale» e «domenica».

 

     ■ Altri aspetti: Sorprende la menzione della dottrina delle dispensazioni. Essa, contrariamente a quanto si pensa, non è nata nell’ambito dei Fratelli, ma in quello riformato, nel tentativo di avvalorare il pedobattesimo (circoncisione dei bambini nell’AT = battesimo dei bambini nel NT). Non tutti i Fratelli sono dispensazionalisti, e questa sovrastruttura interpretativa si trova anche fuori del movimento dei Fratelli. Quindi, sebbene il dispensazionalismo sia abbastanza seguito tra i Fratelli, non si può dire che sia un «punto di forza peculiare».

     Per l’approfondimento rimando in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), all’articolo «I patti e gli altri approcci», pp. 31-53. Si vedano in Nicola Martella (a cura di), Escatologia biblica essenziale. Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007), i seguenti articoli: «Il dispensazionalismo», pp. 45-49; «Lo schema dispensazionalista», pp. 50-63; «I pericoli dei sistemi teologici», pp. 71ss.

 

 

3. Eventuali altri aspetti

 

Qui i lettori possono aggiungere altri aspetti non menzionati da altri oppure, se hanno capacità analitica, possono fare le loro valutazioni di quanto già detto sopra.

 

► URL di origine: http://CFLazio.altervista.org/Pecu/A1-Ind2-1-Punto_forte.htm

03-07-2012; Aggiornamento: 24-11-2014

 

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