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Fortuna Fico: La dottrina delle
dispensazioni. {29-06-2012}
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Ruben De Finis:Secondo me è il grande
studio della Parola, che ogni chiesa e singolo fanno ogni giorno. Le
assemblee secondo me sono le più preparate a livello biblico e dottrinale
{29-06-2012}
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Maurizio Marino: L’ecclesiologia e
l’impegno missionario. {29-06-2012}
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Massimo Galante: Il ricordo del sacrificio del Signore ogni primo giorno della settimana e l’ecclesiologia. {29-06-2012}
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Adolfo Monnanni: La libertà decisionale
di ogni assemblea è sicuramente un grande privilegio; essa è anche una logica
responsabilità da considerare sempre. {29-06-2012}
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Antonio Nappo:
Non può esserci «un punto di forza maggiore», s’intende se si segue la Bibbia o Parola di Dio. Diventa, quindi, una questione di estrema importanza,
ubbidire a essa e mettere in atto tutto il consiglio di Dio. {29-06-2012}
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Sandro Carini: È la consapevolezza di
essere deboli, uomini consapevoli del bisogno continuo della correzione di
Dio per mezzo della sua Parola e del bisogno continuo della comunione
fraterna. {29-06-2012}
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Michele Attruia: Il punto di forza dei
Fratelli è la libertà, non siamo schiavizzati da nessun uomo, potere
umano o organizzazione ma siamo liberi in Cristo. Ovviamente questo comporta
tutti i pericoli latenti, emergenti, evidenti, quelli ben noti e quelli
da sradicare assolutamente e decisamente (è una parola!) nei Fratelli.
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Abele Longo: Credo che ciò, che ci
distingue generalmente da altri movimenti, sia il rispetto assoluto insegnato e
praticato per la Parola del Signore. Non ammettiamo che niente e nessuno
salga sul «podio» a condividere il primato dell’eterna e infallibile
Scrittura Sacra. Di conseguenza, professiamo nel complesso la dottrina più
vicina a essa. {30-06-2012}
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Antonio Capasso: Non frequento una chiesa dei
Fratelli, ma ciò che apprezzo molto di questo movimento è l’importanza che viene
dato allo studio della Parola di Dio e la sua ecclesiologia
congregazionalista. {30-06-2012} [N.d.R.: Questo lettore è un credente pentecostale.]
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Nicola De Serio: Quello che più mi attira di
questo movimento è la centralità del memoriale. Infatti, tutto ciò, che è
attinente al culto — la predicazione del messaggio, l’adorazione, i
ringraziamenti e i canti — tutto fa capo a esso. E questo è meraviglioso, in
quanto Cristo è posto al centro del radunamento nelle lodi dei suoi «fratelli».
Amo la libertà di radunarsi di questi fratelli, maggiormente quando viene
alzata l’asta del discernimento dei singoli nella consapevolezza della
santità di Colui, che è vivente e giudica i santi. {30-06-2012}
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Vincenzo Russillo:
Uno dei punti di forza, come mi è stato spiegato la prima volta, che mi sono
recato alla comunità di Tivoli, facendo riferimento al «principio dei vasi comunicanti», è
quello della partecipazione. In molte realtà gli studi sono «aperti» a
tutti e si ha modo di discutere e di crescere assieme; questo è un ottimo
«vaccino» contro il male della «pulpitite».
Un altro aspetto
positivo, che ho potuto denotare in alcune realtà, è lo studio in casa;
esso ha il doppio pregio di poter passare dei momenti di vera comunione, oltre a
essere il solito punto di ritrovo, e altresì vi è la possibilità di creare delle
cellule, che possono essere un mezzo per espandere gli orizzonti del
gruppo. {30-06-2012}
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Stefano Polchi: Essi sono la conduzione
collegiale e l’autonomia di ogni assemblea locale. {01-07-2012}
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Stefano Frascaro: Credo che la conduzione
collegiale sia uno dei punti di forza del movimento dei Fratelli. Il pari
consentimento in questo modo deve esserci per forza. Inoltre, gli studi
biblici nelle case permettono un maggiore approfondimento dello studio della
Parola e una maggiore comunione. {24-11-2014}
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Sebastiano Giambrone: La conduzione
non verticistica è un punto di forza. {24-11-2014}
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Alessio Rando: Il punto di forza delle
Assemblee dei Fratelli è l’ecclesiologia! L’ecclesiologia delle Assemblee
è molto più biblica e conforme al primo cristianesimo! Anche il non avere una «sede
centrale» è un punto di forza, perché così le false dottrine non si
ripercuotono su tutte le chiese associate! {14-07-2012}
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Anila Sinaj: Il punto di forza è
l’insegnamento. Sono stati i Fratelli, che mi hanno trasmesso l’amore per
la Parola di Dio. {14-07-2012}
2. La valutazione dei dati
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Dopo aver avviato il quesito, ho cercato di non intervenire sulle singole
asserzioni dei partecipanti, al fine di lasciare libertà e non condizionare le
risposte. Ora, faccio una mia valutazione dei dati pervenuti. A ciò aggiungo
anche alcune mie valutazioni generali. Ciò non
toglie, che anche altri posano aggiungere le loro proprie valutazioni
riassuntive. {Nicola Martella}
■ L’identità: Specialmente i punti di forza peculiari sono quelli,
che costituiscono l’identità di un gruppo, di una chiesa o un movimento. I
Fratelli, essendo un movimento, hanno appunto spesso difficoltà a mettere a
fuoco i loro punti di forza e, quindi, a essere certi della loro identità. Ciò
mostra un certo panorama variegato negli accenti posti. Questa indagine non fa
eccezione. Non a caso, uno dei partecipanti ha scritto che «non può esserci
“un punto di forza maggiore”».
■ L’autorità: Per i Fratelli questo è un punto importante. In genere
essi non vogliono essere più conformi al «movimento dei Fratelli», ma più
conformi alla Scrittura, a cui viene dato il primato. È essa che mostra il
consiglio di Dio ed è a essa che bisogna ubbidire. Per questo viene insegnato e
praticato l’assoluto rispetto per la Parola di Dio, considerata eterna e
infallibile.
Anche qui si ammette che i Fratelli professano nel complesso la dottrina
più vicina alla sacra Scrittura. Infatti, come ogni cosa, anche
l’anti-tradizionalismo ha creato nel tempo un consenso, poi codificato e
tramandato; quest’ultimo, volenti o nolenti, fa da «filtro» nella lettura della
Parola laddove c’è un approccio dottrinale a essa e non esegetico contestuale.
Tuttavia, in genere, i Fratelli sono i più fieri critici di se stessi. In ogni
modo, è bene non sottovalutare ogni consenso biblicizzato, neppure fra i
Fratelli!
■ Bibliocentrismo: Il gran ruolo della sacra Scrittura nel Movimento
dei Fratelli, dove è l’autorità di riferimento, fa sì che essa venga studiata
in molti modi e maniere. L’efflusso di ciò è una grande preparazione biblica
e dottrinale. Sebbene l’approccio di molti Fratelli alla Scrittura sia di tipo
dogmatico (sono mossi per l’interesse per le dottrine), non mancano in
esso importanti esegeti contestuali, che hanno dato nel panorama
cristiano importanti contributi mediante studi esegetici e commentari; essi sono
generalmente apprezzati. Sono stati evidenziati
l’amore per la Parola e il suo insegnamento.
■ La partecipazione: Questo elemento caratterizzava le assemblee
specialmente al loro inizio, quando i fratelli si incontravano in semplicità
intorno alla Parola, sia nelle sale di culto, sia nelle case e in ogni dove. Una
solennità male intesa e un certo ritualismo, legato specialmente alla Cena del
Signore, e l’adesione alla classica disposizione dei credenti nelle sale, tipica
delle altre chiese, il seguire un ferreo protocollo o programma degli incontri e
altri elementi hanno per certi versi limitata la partecipazione e la cosiddetta
«libertà dello spirito».
Come è stato evidenziato, c’è un certo ritorno alla partecipazione
diretta in diverse realtà dei Fratelli mediante studi biblici aperti,
incontri nelle case, cellule bibliche e quant’altro. Tuttavia, ciò non è
generalizzato, visto che il modello «pochi dinanzi a tutti» e la cosiddetta «pulpitite»
si sono fatti strada da lungo tempo anche fra i Fratelli; quindi, non si può
dire che la partecipazione diretta sia tipico di tutto il movimento dei
Fratelli, né solo di loro.
■ Ecclesiologia: Vengono evidenziati i punti classici: il
congregazionalismo, l’autonomia e la libertà decisionale di ogni chiesa locale,
la conduzione collegiale, il sacerdozio universale, la comunione fraterna, la
coerenza di vita conforme alla Parola e la libertà di coscienza. È tipico dei
Fratelli che, per soffocare sul nascere ogni tentativo di trionfalismo, evidenziano
subito la responsabilità e i pericoli in molti degli aspetti
menzionati. Inoltre, è stata evidenziata che la conduzione non
verticistica, come pure che la mancanza di un centrale organo decisionale fa sì che eventuali false dottrine non possano essere introdotte dall’alto.
■ Missionologia: Vengono evidenziate sia la missione interna
(evangelizzazione), sia quella esterna, quindi l’impegno missionario.
■ Il culto al Signore: Viene evidenziata la centralità della lode e
dell’adorazione nella consapevolezza della santità di Dio.
Oltre a ciò, i Fratelli hanno, in genere, connesso strettamente insieme il
binomio «memoriale» e «domenica». Questo è dovuto, da una parte,
dal loro cristocentrismo; dall’altra parte, ciò è derivato da un approccio
dogmatico alla Scrittura, che ha creato un consenso in merito.
C’è da far notare, comunque, che anche al riguardo c’è una certa varietà.
Anche fra i Fratelli ci sono quelle chiese, che celebrano la cena del Signore
ogni due domeniche, altre una volta al mese. Le motivazioni, da cui partono,
sono di tipo esegetico, ossia non esiste nel NT un comandamento specifico
ed evidente, che unisca «memoriale» e «domenica».
■ Altri aspetti: Sorprende la menzione della dottrina delle
dispensazioni. Essa, contrariamente a quanto si pensa, non è nata
nell’ambito dei Fratelli, ma in quello riformato, nel tentativo di avvalorare il
pedobattesimo (circoncisione dei bambini nell’AT = battesimo dei bambini nel
NT). Non tutti i Fratelli sono dispensazionalisti, e questa sovrastruttura
interpretativa si trova anche fuori del movimento dei Fratelli. Quindi, sebbene
il dispensazionalismo sia abbastanza seguito tra i Fratelli, non si può dire che
sia un «punto di forza peculiare».
Per l’approfondimento rimando in Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma
2002), all’articolo «I patti e gli altri approcci», pp.
31-53. Si vedano in
Nicola Martella (a cura di), Escatologia biblica essenziale.
Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007), i seguenti articoli: «Il
dispensazionalismo», pp. 45-49; «Lo
schema dispensazionalista», pp. 50-63; «I
pericoli dei sistemi teologici», pp. 71ss.
3. Eventuali altri aspetti
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