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Adolfo Monnanni: Le assemblee dei Fratelli
non sono perfette, è vero. In alcuni casi c’è un anzianato padronale e a
vita. Tuttavia, nei punti fondamentali sono a posto. Più comunione fra di
noi assemblee sarebbe da mettere in cantiere. Le critiche distruttive
sono dei boomerang; usiamo saggezza in certe situazioni, che poi potrebbero
essere bolle di sapone. {09-07-2012}
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Abele Longo: Farebbe bene la
riscoperta del proprio ruolo all’interno del Corpo di Cristo. Oggi esiste
tanta confusione su questo soggetto: nessuno sa con esattezza cosa fare o
non fare. S’improvvisa un po’ su tutto, a scapito del differente compito,
che lo Spirito ha di certo assegnato a ogni singolo figlio di Dio.
{12-07-2012}
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Stefano Frascaro: Se la mancanza di desiderio
di dialogo è, a mio parere, uno dei maggiori problemi, di conseguenza
ritengo una «spinta» verso la comunione con altre assemblee sia di
beneficio per il rinnovamento e la maggiore efficacia nella testimonianza per il
movimento dei Fratelli. {12-07-2012}
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Massimo Galante: Farebbe bene riscoprire il
nostro ruolo all’interno del corpo di Cristo e tornare al «primo amore»,
avere più comunione tra assemblee e non svendere quello, che
siamo, rincorrendo le «novità»! {12-07-2012}
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Alessio Rando: Secondo me, i culti
andrebbero più vivacizzati. Bisognerebbe anche porre un po’ più di enfasi
sull’evangelizzazione! {14-07-2012}
2. La valutazione dei dati
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Dopo aver avviato il quesito, ho cercato di non intervenire sulle singole
asserzioni dei partecipanti, al fine di lasciare libertà e non condizionare le
risposte. Ora, faccio una mia valutazione dei dati pervenuti. A ciò aggiungo
anche alcune mie valutazioni generali. Ciò non
toglie, che anche altri posano aggiungere le loro proprie valutazioni
riassuntive. {Nicola Martella}
Prendo atto che la
partecipazione a questo argomento è un po’ contenuta. Eppure da ciò
dipende il rinnovamento delle assemblee! Che cosa potrebbe togliere
alcuni inutili freni alle singole assemblee locali? Che cosa potrebbero
imparare dalle assemblee di altre zone, di altre nazioni e addirittura
da altri tipi di chiese? |
■ Nessuno è perfetto: Si ammette che le assemblee dei Fratelli
non sono perfette. Tuttavia, si ribadisce che sono
molto ben strutturate in armonia con le Scritture.
■ La comunione: Viene evidenziato il bisogno, che nelle assemblee si
curi maggiormente il dialogo e la comunione ecclesiale,
interecclesiale (fra assemblee) e anche con altre realtà cristiane, senza però
smarrire, in quest’ultimo caso, la propria identità. Ciò darebbe maggiore
efficacia nella testimonianza.
■ Meno dirigismo: Che le assemblee siano allergiche a una conduzione
troppo dirigista, è risaputo. Viene ammesso anche un anzianato padronale
e a vita. Qualcuno le vorrebbe anche meno anziano-centriche, perché siano
più cristocentriche. Tale equazione non è scontata, però, a mio avviso; ad
esempio, ciò potrebbe portare a più anarchia, cosa che non sarebbe proprio
cristocentrica.
■ Critica sobria: Viene fatto notare che la critica distruttiva
ricade su chi la fa, anche perché certe situazioni rivelarsi, dopo attenta
analisi, potrebbero del tutto differenti.
■ Funzioni ministeriali: È stato evidenziata l’importanza di capire
il proprio ruolo e di svolgere il proprio compito nella chiesa
locale, in corrispondenza dei carismi effettivamente ricevuti.
■ Patrimonio da preservare: È stato ribadito che i
contatti fraterni con altre realtà cristiane,
fondamentaliste o conservatrici, non devono far snaturare le
caratteristiche peculiari del movimento dei Fratelli. Non bisogna
rincorrere le «novità» di turno, svendendo così ciò, che le Assemblee
sono.
■ Culti ispiranti: È stato evidenziato che i culti andrebbero
vivacizzati di più. In effetti, ciò che si intende per «solennità»,
può derubare i credenti di quella gioia, che i redenti dovrebbero avere,
per la grazia e le benedizioni ricevute dal Signore (cfr. Sal 126,2s). La Cena
del Signore, se da una parte è vissuto come un privilegio, dall’altra, la sua
ricorrenza ne fa spesso un atto ritualizzato, lungo, monotono e sempre uguale;
basterebbe già usare maggiore fantasia e variazione e minore ritualismo (p.es.
trattare ogni volta un tema differente, non leggere ogni volta Lc 22 e 1 Cor 11,
pregare con tante preghiere brevi anche durante il passaggio dei simboli, non
passare con borse e canestri, ma mettere una cassetta per le offerte). I culti
dei cristiani del primo secolo non avvenivano nel tempio o in sale di culto, ma
nelle case. Auspichiamo la libertà dello spirito e la partecipazione, che
caratterizzava i primi incontri dei Fratelli.
■ Evangelizzazione: È stato ribadito che bisognerebbe porre un
po’ più di enfasi sull’evangelizzazione. Ciò meraviglia, visto che
l’evangelizzazione è indicata come uno dei punti più forti e visto che in
alcune assemblee essa è l’attività principale, in senso sia personale, sia
comunitario. È probabile che ciò non avvenga dappertutto e che in alcune
assemblee si evangelizzi di meno che in passato. È anche possibile che
per evangelizzazione si intenda qui qualcosa di particolare, di ufficiale
e collettivo, e non solo la testimonianza e l’iniziativa personali.
■ Ritorno alle origini: Si auspica un ritorno al «primo amore».
Probabilmente si intende una riscoperta dello zelo e dell’impegno personali, che
caratterizzavano i primi membri delle assemblee dei Fratelli.
3. Eventuali altri aspetti
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