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NOMENCLATURA E IDENTITÀ DEI FRATELLI

 

 di Nicola Martella

 

 

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I «Fratelli» usano chiamarsi in vari modi: Assemblee, Assemblee dei Fratelli, Chiese dei Fratelli, Movimento dei Fratelli. Più che parlare di «andare in chiesa», preferiscono dire di andare in adunanza, al raduno, all’incontro, al culto.

     Le singole «chiese dei Fratelli» sono autonome nella loro gestione e non dipendono da alcuna istanza umana superiore, ma solo dal Signore e dalla sua Parola. Esse curano fra di loro legami di comunione e di servizio. Sebbene le comunità siano molto simili fra loro quanto a caratteristiche peculiari (libertà dello spirito, congregazionalismo, guida mediante un consiglio di anziani, ecc.), possono avere alcune differenze nella pratica, poiché adattano la loro prassi e loro i loro programmi ai bisogni e alle esigenze reali delle zone in cui si trovano.

     La varietà nelle assemblee si mostra anche nella tendenza di base della devozione, che ha un vasto spettro, che può andare da spinte mistiche, seppur mitigate, alla sobrietà razionalistica. Anche sul piano della libertà dottrinale ed etica la variabilità va dall’intransigenza del massimalismo allo spirito illuminato e liberale. Per questo, le assemblee possono apparire come aventi diverse «anime».

     Tutto ciò è dovuto al fatto, appunto, che le assemblee dei Fratelli si considerano un «movimento» e, come tale, può essere solo variegato. Ciò che lo anima è, oltre al confronto verso l’esterno, una forte dialettica interna e la continua ricerca di una «identità», mai perfettamente definita e mai completamente raggiunta. Tale identità è costituita dalle comuni convinzioni, che stanno al centro, mentre in periferia essa è abbastanza fluttuante.  

     Spesso è il confronto con altri movimenti e chiese a far risaltare ciò, che è tipico dei Fratelli, sebbene non sempre si possa generalizzare. Ad esempio, credono ai carismi, ma non sono carismaticisti. Credono nella sovranità di Dio e che la salvezza non si perda, ma non sono calvinisti o pretederministi. Credono che la chiesa locale debba essere guidata con autorità, ma non preferiscono avere un conduttore monocratico. Credono nella centralità della Cena del Signore, ma non le danno alcun valore sacramentale. E così via.

     Una cosa è certa, le assemblee dei Fratelli sono chiese libere di tipo congregazionalista, che riconoscono solo alla Scrittura il primato e che si esercitano a praticare un’ampia libertà dello spirito; pertanto, sono unite fra loro da un comune sentire e dalla comunione pratica.

 

► URL di origine: http://CFLazio.altervista.org/Pecu/A1-Nomenclatura-CdF.htm

03-07-2012; Aggiornamento: 24-11-2014

 

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